13 ottobre 2024

I professori non chiedevano mai se eravamo felici

Pensate ai vostri genitori: c'è qualcosa per cui li vorreste ringraziare?
Io non ho alcun dubbio: per avermi circondato fin da piccolo di musica.
No, non è una famiglia di musicisti, la mia: i miei non hanno mai suonato uno strumento, mio padre cantava (e forse canta ancora, non so, dovrei indagare) come uno dei fratelli Gibb o se preferite come un Cugino di Campagna e la voce di mia madre ha la potenza di Viola Valentino e l'estensione di Amanda Lear.
A casa mia, però, si è sempre respirata musica: De André, Janis Joplin, Jacques Brel, Gianna Nannini (la mamma); Battiato, Mannoia, Pino Daniele (il papà).
Avevo circa 8 anni quando in casa iniziò a circolare un vinile nuovo: in copertina c'era un ragazzo con dei riccioli neri e, messo sul giradischi, suonava in modo diverso dalle altre cose sentite fino a quel momento.
Un forte accento bolognese, argomenti nuovi, musica nuova. Era Luca Carboni.

Lo confesso: per un po' ce l'ho avuta con lui. Con lui e con Raffaella Carrà, Suzanne Vega e Silvia Salemi. Aggiungo anche Povia alla lista (ma lui è detestabile per altre mille ragioni).
Cosa li accomuna? Il fatto di aver usato il mio nome in canzoni di successo, consegnandomi così, agnello sacrificale. a chi cercava qualche pretesto per bullizzarmi. 
Luca, cosa ti è successo?
My name is Luka. I live on the second floor.
A casa di Luca facciamo le tre.
Luca era gay e adesso sta con lei.
Ma il primo ricordo è proprio legato a Luca Carboni e al suo Luca si buca ancora.
Un incubo.

L'altro giorno ho riascoltato Silvia lo sai, la canzone di Luca Carboni da cui è tratta la frase incriminata e, a distanza di anni, ho riscoperto una canzone che trovo bella e significativa.
Ma la mia attenzione  - deformazione professionale - è stata attirata da una frase in particolare.

I professori non chiedevano mai se eravamo felici.

È mio compito chiedere alle ragazze e ai ragazzi se sono felici?
Oppure devo limitarmi a spiegare declinazioni latine, coordinate e subordinate, Leopardi e la guerra del Peloponneso? È questo ciò per cui vengo pagato, è questo il mio ambito di specializzazione. 
Se glielo chiedo, sono pronto a ricevere una risposta negativa e ad accogliere le loro storie?
Ma soprattutto ho davvero gli strumenti per comprenderli ed aiutarli in qualche modo?
Oppure rischio di fare danni dando loro suggerimenti basati sull'istinto e sulla mia idea di essere umano più che sulla competenza?
Però mi domando anche: si è davvero docenti mettendo a disposizione generosamente tutto il proprio sapere e la propria competenza, senza però mai mettere realmente in gioco sé stessi e la propria umanità?

Ognuno ha le proprie risposte a questa domanda, tutte legittime e tutte giuste a proprio modo.

Però ogni tanto rimpiango i giorni in cui non mi ponevo tutte queste questioni e la mia unica preoccupazione era, novello Odisseo, girare per casa con le mani sulle orecchie evitando il canto di mio padre e di mia madre per non infrangermi sugli scogli.

Luca Carboni feat. Franco Battiato, Silvia lo sai



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