"L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio"
Rileggo "Le città invisibili" di Italo Calvino per una cosa bellissima che farò da qui a qualche giorno e mi imbatto nel finale in questa frase.
E mi chiedo cosa sia l'inferno.
L'inferno non è quello di Dante, anche se è bellissimo perdersi nei gironi, nelle bolge, nelle storie degli ignavi, di Francesca e Paolo, di Pier delle Vigne, di Brunetto Latini, di Ulisse e Ugolino.
L'inferno sono gli altri, diceva Paul Sartre.
L'inferno sono le aspettative che ci creiamo sugli altri e che vengono disattese.
L'inferno è inseguire l'irraggiungibile perfezione.
Le fiamme dell'inferno ci lambiscono quando riempiamo fino all'orlo la nostra vita, non lasciando spazi vuoti per coltivare il silenzio, l'assenza, noi stessi e ciò che c'è di immateriale.
La ricerca dell'approvazione altrui a scapito di ciò che siamo veramente.
La perenne proiezione verso il futuro.
Il continuo rivolgersi al passato.
La sofferenza per ciò che avremmo voluto che fosse e non è stato.
La certezza che ciò che vorremo non sarà.
Tutto questo è inferno.
Ma Calvino ci indica una strada: non assuefarci al nostro inferno, ma conoscerlo: se vuoi sapere quanto buio hai intorno - scrive - devi aguzzare lo sguardo sulle fioche luci lontane. E cosa sono queste fioche luci lontane?
Ciò che non è inferno.
Le persone che ci sono sempre anche quando non sono presenti fisicamente.
Quelle che accolgono il nostro modo di essere e non giudicano.
Le persone con cui possiamo condividere i nostri malesseri.
Vivere saldamente nel presente, l'unico tempo su cui abbiamo potere.
Godere dei sorrisi, degli abbracci, del silenzio.
Siamo in mezzo alle fiamme con un estintore in mano.
AC/DC, Highway to hell
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