04 agosto 2024

Taccio

Sarà il caldo opprimente.
Sarà che odio l'estate.
Sarà che ci sono delle situazioni che mi pesano come macigni.
Sarà che tutto questo mi rende (più) intollerante (del solito).
Di fronte a tutto quello che sto sentendo in questo periodo, ho capito che l'unica via d'uscita è tacere.

Taccio di fronte a chi, dopo aver visto la serie Netflix su Yara Gambirasio, pontifica su DNA mitocondriale e alleli. Ma da quando siete diventati genetisti?

Taccio di fronte a chi ha criticato la cerimonia di apertura dei giochi Olimpici, il governo francese e la Francia intera, avanzando pretestuose accuse di immoralità. Pensate che abbiano chiamato il primo venuto solo per dar fastidio a voi?

Taccio di fronte a chi, sentendo le parole di Benedetta Pilato, arrivata quarta in una gara alle Olimpiadi, ha sentenziato che lei è la portavoce della GenZ, che in questo modo i giovani affrontano le gare. Tanto di cappello a Pilato e al suo sorriso aperto e sincero, ma le generalizzazioni sono sempre pericolose: non mi sembra che tutti i suoi coetanei affrontino le sconfitte in questo modo (se di sconfitta si può parlare, visto che comunque sei la quarta al mondo nei 100 metri rana).

Taccio di fronte a chi ha criticato le pur sgradevoli parole di Elisa di Francisca su Benedetta Pilato: soprattutto ai calciofili, vorrei chiedere come avrebbero reagito se, dopo essere stati eliminati agli Europei, uno dei calciatori avesse risposto come Pilato.

Taccio di fronte alla brutta sensazione che tutto, nel nostro Paese, diventi politica nel senso deteriore del termine, inteso come scontro tra fazioni che parlano per partito preso e spesso senza cognizione di causa. Mi riferisco alla questione Angela Carini (diventata subito icona della destra nazionalista) e Imane Khelif, atleta algerina per parlare della quale tutti hanno sfoderato la loro specializzazione in endocrinologia.
Ho sentito gente insospettabile parlare di ideologia woke, discettare di persone intersex, di cromosomi con la stessa sicumera con cui fino a ieri parlavano di Ferragnez e di New Martina.

Tacere credo sia l'unica soluzione. Tacere fino a quando non ci si è informati abbastanza per poter farsi un'idea ed esprimere un'opinione.

Per dare un tocco poetico a tutto ciò, avrei potuto dedicare a tutti la prima parola della poesia La pioggia nel pineto di Gabriele D'Annunzio, ma poi, casualmente, mi è capitata sotto gli occhi questo testo di Saramago, perfetto per l'occasione:

Oggi non era un giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c'era strada che fosse la nostra.
A definirci bastava un solo atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, che io non posso.

Simon&Garfunkel, The sound of silence

1 commento:

  1. Tutto giusto e sacrosanto, ma siamo nella società in cui se non esprimi il tuo parere vali zero. Non mi sta particolarmente simpatico, ma in questo caso do ragione a Eco quando parlava delle logiche del web che hanno dato la parola a una massa di ignoranti.

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