23 luglio 2023

Sii come Achille

Quando Teti immerge suo figlio Achille nel fiume Stige, le cui acque danno l’immortalità, per evitare di farlo affogare, lo tiene dal tallone, lasciando così vulnerabile quella parte.

Ovviamente cosa succede?

Che l’armatura di Achille lascia scoperta esattamente quella parte che poi sarà colpita mortalmente da Paride, un combattente adeguato alla battaglia quanto un concorrente di Temptation Island, che trova l’unica possibilità di vincere nell’approfittare delle debolezze altrui.

Che cosa insegna questa storia?

Probabilmente niente, ma mi piace pensare che l’eroe per eccellenza del mondo greco, quello che fa della forza, dell’ira il suo tratto distintivo, non nasconde il suo punto debole, ma lo lascia lì in bella vista; oltretutto ad approfittarne non è un eroe valoroso, tipo Ettore, il più amato da tuttə, ma uno come Paride che - diciamolo - era stato ammesso nell’esercito solo perché era il figlio del capo.

I miei venticinque lettori (e no, non è un professione di modestia in stile manzoniano) forse ricorderanno che già qualche mese fa avevo citato questa poesia di Franco Arminio, tratta da Studi sull'amore, che in questi giorni mi è tornata in mente.

Bisogna avere il coraggio di essere fragili,
e non fa niente se diamo a tanti
l'illusione del bersaglio facile,
se mostriamo la crepa
che gli altri possono allargare.
Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare
sempre un po' in affanno, in disordine,
in fuorigioco, lontani dalla vita,
in debito di ossigeno, di amicizie,
lontani da ogni porto sicuro,
sperduti anche a noi stessi.

In questo periodo dell'anno in cui l'ostentazione è all'ordine del giorno (sulle spiagge si ostentano muscoli, tatuaggi con l'equazione di Dirac e la resilienza, felicità a favore di social e possibilità economiche), si può pensare a mostrare il proprio tallone d’Achille, a mostrare l’anello che non tiene, quello che ci rende vulnerabili ma unici, per scoprire che nessuna superficie, anche la più lucida e liscia, è priva di imperfezioni, nella certezza che, se dovessimo trovare qualcuno che ne vuole approfittare per ferirci, sarà chi non ha altre armi più valide, un Paride qualunque.

Elisa feat. Brunori SAS, Anche fragile

2 commenti:

  1. Sono d'accordo sul "Paride qualunque" ma io non mi sento un eroe greco purtroppo e di talloni scoperti ne ho tanti...cmq grazie per il tentativo , sempre semplicemente raffinato, di rassicurarci sulle nostre debolezze umane...

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