08 settembre 2024

Lettera

Caro ex ministro, caro Gennaro,
immagino le ambasce in cui ti sei trovato nel momento in cui hai pubblicato la tua ultima storia su Instagram, quella in cui ti allontani dal tuo ufficio ministeriale camminando su un tappeto rosso mentre tante persone ti salutano battendo le mani.
Il dilemma è stato: "Faccio sentire gli applausi scroscianti oppure scelgo come colonna sonora la voce flautata di Baglioni che canta Così vai via... non scherzare, no...?"

La tua relazione affettiva con Maria Rosaria Boccia è diventata nelle ultime settimane il vero centro di gravità permanente di tutto il giornalismo italiano; per poter dare spazio all'intervista in cui, in lacrime, chiedevi scusa per il tuo comportamento, Rai1 ha deciso di rimandare di qualche minuto l'appuntamento quotidiano con i pacchi, rischiando una rivolta popolare.
Tutte le perle che ci hai regalato durante il tuo ministero sono passate in secondo piano.
Hai detto che Dante è stato il fondatore del pensiero di destra. Ma in fondo a tutti può capitare di farsi trascinare dall'ideologia e trarre conclusioni non condivisibili.
Hai votato per i libri del Premio Strega nel 2023 senza averli letti, o meglio avendoli letti ma riservandoti del tempo del leggerli meglio. Ma in fondo a chi di noi non è capitato di parlare di un libro che in realtà non ha mai letto?
Hai affermato che Cristoforo Colombo circumnavigò la terra influenzato dalle teorie di Galileo. Ma in fondo un po' di confusione sulla cronologia la abbiamo fatta tutti.
Hai collocato Times Square a Londra. Ma lo sappiamo: la geografia, ormai, non la studia più nessuno.

Niente di grave, perché in fondo tutti possono sbagliare?
No.
Sono dell'idea che i politici debbano essere migliori di me, non uguali a me. 
Se qualcuno mi deve rappresentare, deve prendere decisioni per me, pretendo che sappia più cose di quante ne sappia io, che sia in grado di intessere rapporti meglio di quanto faccia io, che sia più diplomatico di me, che abbia più capacità di problem solving di quanta ne abbia io (il che non è molto difficile). A questo deve corrispondere uno stipendio adeguato, affinché i politici possano dedicarsi esclusivamente al proprio lavoro e non abbiano voglia di cercare altri modi, magari illegali, per arricchirsi.

Tutto questo, però, ti è stato perdonato dall'opinione pubblica.
Ma non la relazione con Maria Rosaria Boccia.
E non solo o non tanto perché com'è stato detto, ti sei reso ricattabile condividendo dettagli legati ad eventi istituzionali con persone che non avrebbero dovuto conoscerli, ma perché l'Italia è - sostanzialmente - un Paese di vizi privati e pubbliche virtù, un Paese di uomini e donne intolleranti nei confronti delle storie extraconiugali di persone in vista ma che poi si nutrono di gossip, di storielle di corna e di falò di confronto.
E si perdona ancora meno se i protagonisti di questa storia sono un uomo che ha una vaga somiglianza con Papà Pig e una donna che usa Instagram come una quindicenne e che ha una palese voglia di telecamera; ovviamente, i giornalisti si accaniscono maggiormente sulla donna, definita bambolona o - con un umorismo ed un gusto del calembour da seconda elementare - pompeiana. Addirittura, qualcuno ha rievocato nostalgicamente lo spirito di Silvio, che faceva ciò che voleva ma certo non poteva essere tacciato di usare i soldi pubblici per divertirsi, visto che non gli mancavano risorse private.

So che del senno di poi sono piene le fosse, ma, come hai accusato il tuo social media manager di aver confuso i secoli con i millenni quando si trattava di festeggiare i 2500 anni di Napoli, non avresti potuto dire che c'è stata una confusione tra Maria Rosaria Boccia e Francesco Boccia, che volevi nominare il senatore PD come commissario ai grandi eventi ma poi un tuo segretario ha commesso un errore ed ha chiamato il Boccia sbagliato?

Resto in attesa del tuo libro, annunciato a fine luglio, Le gaffe degli altri. Immagino che ora non ti mancherà il tempo per rileggerlo.

Sinceramente tuo.

Claudio Baglioni, Amore bello


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