Da qualche giorno ho concluso con le mie fanciulle e i miei fanciulli di prima la lettura di un libro che sto consigliando compulsivamente a chiunque, ovvero "Senza una buona ragione" di Benedetta Bonfiglioli: vi si racconta la storia di Bianca, una ragazza come tante, che subisce cattiverie gratuite a cui cerca di reagire finché può e che, al culmine della disperazione, trova la salvezza in persone e luoghi assolutamente inaspettati.
Sorvolando sulla bellezza dell'esperienza della lettura collettiva ad alta voce (in cerchio e in biblioteca che fa un po' l'effetto alcolisti anonimi) che riesce a tirare fuori in maniera naturale le emozioni di chi legge e di chi ascolta, c'è un passaggio che mi ha fatto riflettere: Bianca, la protagonista del libro, si rende conto ad un certo punto di essere stata egoista perché ha creduto di poter affrontare i suoi problemi da sola, non confidando negli amici storici, credendo che, in fondo, non avrebbero mai potuto capirla.
Spesso ci sentiamo dire che una delle caratteristiche dell'uomo è l'unicità: non c'è nessuno come noi, che siamo il risultato di una insondabile combinazione di fattori interni ed esterni, di caso e di necessità. Questa unicità, però, ha anche il risvolto della medaglia: la solitudine. Possiamo essere compagnoni online e on-life quanto vogliamo, ma, sostanzialmente, parliamo una lingua che in pochi intuiscono ma che non capisce nessuno, misuriamo gli spazi, i tempi, le persone con un sistema metrico che è solo nostro e che ci dà una percezione e un'interpretazione della vita assolutamente originale.
Unici e soli, quindi.
Scrive Franco Arminio in Studi sull'amore:
Bisogna avere il coraggio di essere fragili,
e non fa niente se diamo a tanti
l'illusione del bersaglio facile,
se mostriamo la crepa
che gli altri possono allargare.
Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare
sempre un po' in affanno, in disordine,
in fuorigioco, lontani dalla vita,
in debito di ossigeno, di amicizie,
lontani da ogni porto sicuro,
sperduti anche a noi stessi.
A queste parole aggiungerei che bisogna avere il coraggio di mostrarsi nella propria solitudine: non so se due solitudini (è evocativo il plurale di questa parola) possano fare una compagnia, ma probabilmente la loro somma è quello che più ci si avvicina.
Vasco Rossi, Siamo soli
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