Ho 16 anni, poche idee e molto confuse.
Ad un certo punto appare lei: rossetto e camicia rossi, pantaloni in pelle nera ed una voce mai sentita prima.
Chiamo subito mia mamma che mi sonnecchia accanto per condividere con lei questa scoperta.
È Carmen Consoli.
La sensazione di ascoltare per la prima volta una musica che parla proprio a me ce l'ho ancora addosso ed è quella che ho rivissuto quest'anno, che di anni ne ho qualcuno in più, ascoltando Lucio Corsi.
Di lui è stato detto già tanto: personaggio atipico, di cui si sa poco o nulla, ha avuto il merito di smuovere qualcosa in tutti quelli che ritengono che la musica - come la poesia - possa e debba essere un'occasione per far trovare le parole utili a descrivere sentimenti che magari non sappiamo neppure di provare e non solo il mezzo per fare soldi e muovere le terga.
È quello a cui va riconosciuto il merito di aver scritto un pezzo che delimita in maniera netta due territori, quello del volevo essere e quello del sono: la zona intermedia tra questi due campi è terreno fertile per l'infelicità, è il luogo in cui crescono rigogliosi rimpianti e rimorsi che avvelenano le esistenze.
Volevo essere un duro
che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Quante volte ci ho pensato (e l'ho scritto in queste pagine): il desiderio di essere il cattivo dei film, il bello e dannato, l'uomo forte, decisionista, maschio alpha senza esitazioni, la partita di calcio alla domenica e la capacità di montare mobili ikea senza istruzioni. Tante volte la consapevolezza di non essere così mi ha quasi travolto, nella balorda convinzione di essere l'unico a non seguire un modello che è stato spacciato per anni come l'unico possibile.
Poi, fortunatamente, arriva la consapevolezza di non essere soli, e l'infelicità un po' si attenua.
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
La vita, che facile non è per nessuno, quella vita che alterna momenti di gioia incontenibile e di profondissimo dolore, può diventare un gioco da ragazzi quando ci si inizia ad accettare, quando quel sono fatto così non è la scusa per non cercare di migliorarsi ma la definizione di un preciso punto di osservazione del mondo e di un punto di partenza per il raggiungimento dei propri obiettivi.
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Sì, può succedere di avere la sensazione di non eccellere in niente e di osservare con ammirazione ed invidia le vite degli altri che appaiono come lune senza buche; queste, però, sono Sirene, sono puro inganno, un’immagine esteriore che non fa altro che spingerci a scappare dalle nostre paure, viste come qualcosa da nascondere e non come qualcosa da affrontare a viso aperto.
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio
E sicuramente - che vogliamo ammetterlo o no - siamo tutti un po' Lucio.
Lucio Corsi, Volevo essere un duro
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