15 settembre 2022

Diciannove prime volte

Ci risiamo.

Era il 2004: varcavo per la prima volta un’aula scolastica e incontravo una classe che avrei avuto davanti per tutto l’anno.

È il 2022: il rito si ripete sempre uguale per la diciannovesima volta e la sensazione è esattamente la stessa. Lingua felpata - in perfetto stile Fantozzi - sudorazione fuori controllo e ansia gioiosa (o gioia ansiosa): cosa racconterò a queste 50, anche 60 pupille che mi fisseranno? Preparo tutti i miei bei discorsi su libertà di parola, rispetto, gentilezza, partecipazione che tanto so perfettamente che non pronuncerò mai.

Penso ai miei studenti di quinta che affronteranno oggi l’ultimo primo giorno, ai miei studenti più piccoli che entreranno per la prima volta nella scuola dei grandi, ai loro sentimenti, ai loro desideri, a cosa vorrebbero, a cosa vorrebbero evitare; penso a chi fa già il conto alla rovescia per il 10 giugno e a chi, invece, trova nella scuola un rifugio, un conforto, un’occasione di riscatto. 

Finalmente li potrò vedere tutti in viso, ma spesso e volentieri le loro fragilità rimarranno  ugualmente nascoste, segrete, sconosciute anche a loro stessi, salvo poi esplodere in modi e tempi inaspettati. E mi chiedo se sarò pronto ad accoglierli, ad aiutarli, a spronarli; se sarò in grado di mostrare loro, a tutti loro, la bellezza del sapere, del confronto, anche dello scontro purché rispettoso e, accanto a questo, la ricchezza della letteratura che parla di noi anche quando ci sono millenni che ci separano da ciò che leggiamo. Se riuscirò a convincerli che, in fondo, ma proprio in fondo, la scuola non è cattiva, è che la disegnano così. 

E poi ci sono i programmi, la burocrazia, gli adempimenti, le cose che non si possono rimandare, quello che non si vuole fare ma si deve, quello che si vorrebbe fare ma non si può.

Tutto questo sembra avere il sopravvento, ma lo nascondo dietro il “Buongiorno” migliore che io riesca a pronunciare.

Un nuovo anno, una nuova occasione per imparare e cercare di fare (del) bene.


Pink Floyd, Another brick in the wall

1 commento:

  1. Lingua felpata, sudorazione fuori controllo e tutto ma proprio tutto il resto... Ora mi sento meno sola :-*

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