Ha ragione il ministro: il patriarcato non esiste.
Parlarne è inutile ed è sbagliato ricondurre a questa ideologia il numero impressionante di femminicidi che si consumano quotidianamente nel nostro Paese.
Parlarne è una perdita di tempo, simile a quella che si ha quando si parla dei dinosauri nella scuola primaria.
È dal 1975 che la nostra società non è più patriarcale grazie alla revisione del diritto di famiglia che ha sancito che donne e uomini hanno gli stessi diritti all'interno delle famiglie.
Perché parlarne ancora?
D'altra parte la nostra Costituzione sancisce, nell'articolo 3, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso e nell'articolo 37 che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Quindi, perché parlarne?
È probabile che il ministro non si sia mai sentito un uomo migliore per il semplice fatto di fare cose che. solitamente, fanno le donne: fare la spesa, cucinare, accudire i figli, riordinare la casa.
A me - lo ammetto - capita e mi sento in colpa per il solo fatto che questo pensiero mi abbia sfiorato. A lui evidentemente non capita.
Forse il ministro non ha mai sentito storie di donne che hanno subito violenza e abusi da parte di parenti, amici, insegnanti e che con le lacrime agli occhi trovano giustificazioni per loro e colpe per sé stesse. Avrebbe capito, altrimenti, che tutto questo affonda le proprie radici nell'idea dell'uomo cacciatore e della donna preda indifesa, dell'uomo che ha sempre una giustificazione e della donna che, se guardi bene, in fondo qualche colpa ce l'ha sempre.
Il ministro non ha mai parlato con donne che non si sentono libere di vestirsi come vorrebbero, di tornare a casa da sole, di andare a correre, di frequentare zone della propria città; avrebbe capito, altrimenti, che queste persone subiscono una grave limitazione della propria libertà
Al ministro forse non hanno detto che esiste un gender pay gap, cioè una differenza salariale tra uomo e donna, che secondo alcune stime arriva a circa 8000 euro all'anno; non gli hanno detto neppure che solo 17 donne su 100 ricoprono ruoli dirigenziali. Avrebbe capito, altrimenti, che queste persone sono vittime di una grave disuguaglianza.
Ha ragione il ministro: il patriarcato non esiste, ma purtroppo esistono persone che negano la sua esistenza, che negano che ci siamo ancora immersi e che anche inconsapevolmente perpetriamo dei modi di pensare e di agire che affondano le proprie motivazioni proprio in quella visione del mondo.
Ed è molto più pericoloso.
Brunori Sas, La ghigliottina
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