10 gennaio 2023

Il circo degli orrori

Ricapitoliamo: Maria De Filippi racconta una storia oggettivamente brutta di un amore ai limiti della patologia, infarcito di machismo e di particolari degni di quei gruppi tanto presi in giro da personaggi del mondo social come Il signor distruggere.

La storia finisce relativamente bene perché il marito schifosamente maschilista decide di perdonare la donna che lo ha tradito ma a quel punto il popolo del web insorge. O meglio, insorge la coppia che regna nel mondo dei social, quella che ha diritto di vita e di morte su tutto, la coppia che potrebbe dire “Instagram c’est moi”, ovvero Ferragni e Fedez. I due puntano il dito contro la trasmissione, contro la storia, contro l’uomo e tutti coloro che li seguono fanno, comprensibilmente, altrettanto. 
Da lì prese di posizione, articoli di giornale e tutto il battage possibile ed immaginabile tanto da essere arrivato a me che non guardo “C’è posta per te” e non seguo le gesta eroiche di Fedez e Ferragni (non per snobismo, in nessuno dei due casi, ma per reale disinteresse).
Parto da alcune considerazioni sparse: in primo luogo la tv è business e la De Filippi lo sa bene. Lei lavora per un’azienda il cui fine è fatturare, non certo insegnare i modelli di comportamento; essendo lei stessa la produttrice delle sue trasmissioni sa che ogni mossa azzeccata le porta denaro in tasca e, se vuole, c’è sempre il tempo e il modo per ripulirsi la coscienza presentando una storia che faccia da controcanto a quella oggetto di critiche ma economicamente fruttuosa. Nel frattempo, ciò che lei probabilmente voleva lo ha ottenuto: se ne parli, anche male, purché se ne parli.
Certo, poi, stiamo parlando di una tv (Mediaset in generale e Canale 5 in particolare) che non accetta e sanziona in maniera dura una bestemmia pronunciata tra i denti ma che poi infarcisce i propri palinsesti di storie truci e di modelli disfunzionali; dati alla mano, il pubblico a cui si rivolge Canale 5 è formato per lo più da donne, con un basso grado di istruzione e casalinghe, per cui tendenzialmente privo degli strumenti per discernere ciò che si sta guardando.
So che anche altre volte i programmi della Maria nazionale (ma non solo) hanno veicolato modelli comportamentali discutibili di mascolinità tossica (penso a quell’altro prodotto di dubbio gusto che risponde al nome di Temptation Island) ma, a parte qualche anonimo utente del web e il Codacons (di fronte alle cui critiche si tende solitamente ad alzare gli occhi al cielo), non sono stati sollevati polveroni.
Ma stavolta è diverso perché a parlare sono stati loro, da cui tutto mi sarei aspettato fuorché passassero il loro sabato sera a guardare “C’è posta per te”.
Loro dicono che non va bene.
Tutti hanno il coraggio di dire che non va bene.
Penso che a quello che mi dicevano sempre i miei: “se X si butta da un ponte ti butti anche tu dal ponte?”
Certo, hanno fatto bene, ma il sospetto che sia una gran trovata di marketing inquina ai miei occhi tutto il buono che potrebbe esserci.
Perché in fondo quello a cui assistiamo è un gioco delle parti, un circo degli orrori in cui la morale è messa sotto i piedi da biechi calcoli economici e in cui non c’è niente di vero (e quindi niente di falso), niente di giusto (e quindi niente di sbagliato).
C’è chi ha i mezzi per capirlo e cerca di non farsi fregare; c’è chi si mette a posto la coscienza indignandosi contro la mascolinità tossica perché qualcuno gli ha detto di farlo; ci sono i veri sconfitti di questa storia, quelli che non hanno i mezzi per capire, restano imbrigliati in brutte storie come quella raccontata lo scorso sabato ma vedono che la coppia è tornata insieme, benedetta dalla papessa Maria e perpetuano i loro comportamenti sbagliati o accettano di subirli passivamente perché “lo ha detto la tv”.
Che schifo.

Afterhours, Non si esce vivi dagli anni 80

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