La nostra chiacchierata dell’8 giugno mi ha portato a riflettere anche sul ruolo dell’insegnante: qual è il mio compito? Illustrarvi nozioni scritte sui libri o formarvi a 360 gradi? Ovviamente, entrambe le cose.
Non credo che invitarvi a ballare o dire ad una persona che la amate sia un compito da dare per l’estate perché, come si diceva ieri, sono consigli che valgono per tutte le stagioni, a maggior ragione di inverno, quando tutto (la scuola, il clima, le giornate brevi) sembra tramare contro la nostra felicità; mi sembra giusto, tuttavia, condividere con voi qualche spunto di riflessione a cui dedicare in estate quel tempo che non avete durante l’inverno.
Ci sono alcuni diritti che non dobbiamo dimenticare:
- il diritto alla noia: non è un male annoiarsi; la noia può spingerci a vagare con la mente in luoghi lontani dove non arriveremo mai se avremo sempre qualcosa da fare
- il diritto all’assenza: il nostro presenzialismo 24 ore su 24 su social network, whatsapp e compagnia bella non deve essere una schiavitù. La sensazione di non esistenza che possiamo provare se rimaniamo off line per un po’ è comprensibile, ma ricordiamo sempre di curare i nostri rapporti con l’unica persona che non ci abbandona mai: noi stessi.
- il diritto al silenzio: non dobbiamo sempre per forza avere qualcosa da dire su qualunque argomento. Può esserci anche qualcosa che non conosciamo (e che, legittimamente, non ci interessa di conoscere) e su cui non abbiamo un parere: non parlare non vuol dire per forza non esserci o essere ignavi.
Dovremmo, come si diceva ieri, imparare a goderci i momenti che viviamo, senza aspettare il futuro che verrà: questo non vuol dire non avere aspirazioni o non lottare per raggiungerle, ma significa semplicemente che il tempo in cui noi viviamo è il presente, né il passato né il futuro, ed è di questo presente che dobbiamo avere cura. Se sono ad un concerto, devo perdermi con la mente e con il corpo nella musica che ascolto; se sto per mangiare una buonissima pizza, preparo i miei sensi ad assaporarla; se vivo una bella esperienza, cerco di memorizzarne tutti i particolari per poi poterli condividere di persona con i miei amici, parlando con loro, guardandoli negli occhi. Se ho già condiviso tutto su facebook, di cosa parlo con i miei amici? Di poco e nulla e perciò passo le mie serate con loro a guardare ciò che altri stanno condividendo in quel momento e così via…
Ultima sfida: provare a stare un giorno, uno solo, senza smartphone e vedere cosa succede.
Se qualcuno ci riesce, me lo dica: voglio sapere cosa avete provato.
Vi auguro una buona estate.
Lg
Bravo. E proprio perché mi trovo d'accordo, questo "bravo" te lo dico sottovoce, tra me e te.
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